martedì 10 settembre 2013

"L'Aquila che si credeva un Pollo", di Anthony De Mello - Educare Narrando

Potrebbe essere utile nei primi giorni di scuola proporre in classe questo apologo? Credo di sì. In fondo, non è la scuola il luogo dove ciascuno trova il suo percorso di aquila? Non certo il percorso che seleziona le aquile e falcidia i polli, ma il contesto di crescita dove ciascuno, rispetto alle proprie attitudini e talenti, trova il suo posto di aquila nel mondo. 
Una bella discussione su questo breve testo di Anthony De Mello potrebbe essere davvero interessante per trovare la motivazione giusta per l'anno scolastico che inizia, per mettere i paletti e riscoprire, in insegnanti e alunni, il senso vero del fare scuola: scovare l'aquila che sta in ciascuno.
Einstein diceva: " Ognuno è un genio, ma se si chiede ad un pesce di salire su un albero si sentirà sempre uno stupido.

Un uomo trovò un uovo d’aquila e lo mise nel nido di una chioccia. L’uovo si schiuse contemporaneamente a quelle della covata, e l’aquilotto crebbe insieme ai pulcini. Per tutta la vita l’aquila fece quel che facevano i polli del cortile, pensando di essere uno di loro.


Frugava il terreno in cerca di vermi e insetti, chiocciava e schiamazzava, scuoteva le ali alzandosi da terra di qualche decimentro. Trascorsero gli anni, e l’aquila divenne molto vecchia. Un giorno vide sopra di sè, nel cielo sgombro di nubi, uno splendido uccello che planava, maestoso ed elegante, in mezzo alle forti correnti d’aria, muovendo appena le robuste ali dorate.
La vecchia aquila alzò lo sguardo, stupita: “Chi è quello?”, chiese. “E’ l’aquila, il re degli uccelli” rispose il suo vicino. “Appartiene al cielo. Noi invece apparteniamo alla terra, perchè siamo polli.”
E così l’aquila visse e morì come un pollo, perchè pensava di essere tale.

-Anthony De Mello, “Messaggio per un’aquila che si crede un pollo.

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